Da un mio cognato residente nei pressi di Amsterdam , mi è pervenuto, giorni addietro,una copia del quotidiano locale “De Telegraf “ del 5 gennaio 2008,sul quale è stata pubblicata una intervista ad un radioamatore e che ho poi trovata, anche su un forum di radioamatori olandesi,dal quale ho tratto la sola foto..
Il radioamatore si chiama Michel Peekel ed il suo nominativo è PA0CC ed è un “giovane” novantatreenne e noi gli facciamo ovviamente tanti auguri di lunga vita.
Desidero proporvi la lettura di questo articolo perchè, anche se tradotto con difficoltà nella nostra lingua,è utile ,a noi radioamatori ,per tante comuni riflessioni.
Titolo: Radioamatore -l'ultimo dei Moicani
Testo:
In questi tempi pur selvaggi di comunicazioni digitali veloci, satelliti e cellulari hight-tech, il radioamatore resta sempre un fenomeno difficile da sradicare.Qui non stiamo parlando di pirati dell'etere, ma di radioamatori con tanto di brevetto e che spesso costruiscono da soli le apparecchiature ,sottomessi a severi esami di Stato e da quest'ultimo autorizzati.Sono persone corrette che concentratissimi, quasi ogni sera, ricevono e si mettono in contatto con il mondo intero, soltanto con un semplice filo per antenna!Da taluni sono giudicati “ fossili”, ma la verità è ben diversa.Anzi, durante malaugurate catastrofi,sono la nostra unica ancora di salvezza. Il Ministero per gli Affari Economici, da quest'anno, ha soppresso il contributo annuale per i radioamatori.La vita di Michel PA0CC, dipende letteralmente da un filo ed egli lo mostra partente dalla sua finestra e legato , dall'altra parte,ad un albero dei vicini,lungo circa 25 metri.
Col suo callsign PA0CC, egli non sa se è il piu' anziano radioamatore,perchè non ha mai fatto ricerche in tal senso.
Il trasloco dalla propria abitazione ad una Casa di Riposo significa disfarsi del proprio canarino e del cane , che andranno a vivere in appositi asili. Ma nel caso di Michel Peekel, è stato tutto diverso, perchè la direzione della Casa di Riposo lo incoraggio' appunto per la sua passione per l'etere,mettendo a disposizione il servizio tecnico.All'inizio ,la centrale telefonica aveva dei problemi e nessuno aveva capito il perchè.
Sono grato alla Direzione della Casa di Riposo, dice Michel, per avermi dato questa opportunità.Questo hobby mi allunga la vita!
A soli 10 anni, nel lontano 1924, venni a conoscenza dei segnali radio in Morse sulla radio “Scheveningen”, che aveva contatti con le navi in transito.Uno zio mi regalò un piccolo libro con il codice Morse ed io mi esercitavo con mio fratello Christian.Ad un certo punto ,nostro padre, ci prestò una radio a valvola. Nemmeno la lampada da quattro Fiorini potevamo comprare con la paghetta settimanale di 10 centesimi!!
Il professore Klaas Robers, docente di elettronica presso l'Università di TU Delft,è un appassionato radioamatore e spiega, in soli dieci minuti,come si diffondono le onde radio, a partire da 150 km di altezza da terra e finendo a 1.000 km.
L'aria è rarefatta e carica di elettricità.Quegli strati, detti “heaviside”-i piu' importanti si trovano a 500 km - riflettono le onde radio e soprattutto le onde lunghe che vanno dai 10 ai 100 metri di lunghezza d'onda. Intanto Michel PA0CC dice che ci sono anche le macchie solari.
Il sorridente professore lo conferma e dice che il sole influisce sulla qualità degli strati che sono ionizzati dai raggi ultravioletti della luce solare.Non sono costanti e perciò l'hobby diventa ancora piu' interessante e divertente
Nel museo Jan Corner a Budel c'è il paradiso dei radioamatori ed è lì che incontriamo Cor Moerman.Qui impariamo dal 1929 questo hobby, noi siamo i cavalieri dell'etere.
Poi la domanda:da quando abbiamo la padronanza in Olanda dell'etere internazionale?
Henk Jesse da Leida, nella notte del 27-28 dicembre 1924, fu il primo a contattare l'America.
A quei tempi era un hobby elitario per i costi eccessivi e soprattutto vietato.
Ma sono in via di estinzione gli ultimi radio-dinosauri?
Non saprei, la nostra generazione ha vissuto l'era emozionante della radio, della tv in bianco-nero e stereo e di essa serbiamo un caro ricordo.
Secondo il professore Robers c'è ancora speranza.Il numero dei radioamatori diminuirà. Se vuoi comunicare prendi il telefono o il cellulare, ma ci aspettiamo molto dai giovani che vogliono sperimentare.Negli ultimi 20 anni ho preparato una classe di ragazzi dai 14 ai 19 anni per radioamatori, con tanto di esami e diploma.
Quasi tutti questi ragazzi hanno scelto un percorso di studio accademico in tecnica e spesso anche in elettronica.Certamente essi trarranno profitto, durante gli studi,di tutte le cose precedentemente apprese.Spesso diventano dei validi ingegneri e risolvono problemi nei quali altri non riescono.Il radioamatore classico ha una importanza sociale durante catastrofi e sono di vitale importanza. Durante lo tsunami e l'uragano di New Orleans i mezzi di comunicazione ufficiali non furono efficienti.Il traffico GSM non funzionava , i pali rotti, ecc.
Ci sono poi le comunicazioni satellitari che sono tecniche complesse non sempre a portata di
mano. Non c'è niente di piu' bello che essere indipendenti da grandi fonti di energia per i collegamenti , ma solo con l'impiego di potenza pari a quella di una lampada.